giovedì 29 ottobre 2009

Un dolce amore... di chat - Parte terza

Quanta tenerezza mi faceva Annamaria, sembrava se li cercasse tutte lei le storie complicate, o forse aveva avuto la sfortuna di incontrare solo uomini stronzi ... si, forse più la seconda ipotesi!! Spesso alcuni più si vedono amati e più ricambiano recalcitrando, non meritano nulla questi uomini, sono destinati a rimanere da soli perchè chi "pesta" chi li ama resterà da solo e ben gli sta!... poi rimuginerà, ma sarà troppo tardi ormai. L'osservavo mentre sembrava si rilassasse, pronta per raccontarmi qualcosa di forte; una bella donna, sempre elegante, ricercata nel gusto dell'abbigliamento che, anche se non griffato, su di lei sembrava da gran atelier, modi pacati, molto intelligente, una donna che nel suo campo lavorativo è molto stimata ed apprezzata da tutti coloro che la circondano e non solo. Si tuffa nel suo lavoro come volesse estraniarsi dal mondo intero e, traendone grandi soddisfazioni, non sta mai ferma, io la vedo ogni giorno, chiusa nel suo camice bianco, non si concede riposo, è sempre disponibile con tutti ed ha sempre un sorriso o una parola dolce per i suoi pazienti. Lei è così, dà tanto, forse perchè la vita le ha donato poco! Accarezzavo il mio gattino che al solito mi passeggiava addosso con il suo passo felpato, lei si alzò dalla poltroncina e venne verso di me, sollevò il gattino e poi lo strinse a se come fosse un bimbo: "Sai Gioia"mi disse,"quanto ho desiderato un figlio"la vita le aveva negato anche questa possibilità, la maternità, e lei riversava il suo amore sui figli degli altri, i suoi piccoli pazienti e poggiò la sua guancia sul musetto del mio gattino e lui stava buono buono, sembrava capisse che era un momento dove le coccole erano tutte per lui e allora non protestava ... Ma lei, capivo, coccolava il mio gatto Papero mentre il suo pensiero era lì, al suo Giosuè. Continuò "Gioia ricordi quando ho detto che stavo male? che avrei preso qualche giorno per riprendermi?'" ... certo che lo ricordavo, lei così ligia nel suo lavoro, allora pensai che doveva sentirsi davvero male per assentarsi. "Non stavo male, dovevo incontrarmi con Giosuè": la guardai stranita, non era da lei tutto ciò, quest'uomo le aveva rapito il cuore. Si sedette ai piedi del mio letto, io mi misi seduta, gambe incrociate di fronte a lei sul mio letto, capiì che il bello della storia stava per iniziare, volse lo sguardo verso di me accennando un sorriso: "Sapessi come l'aspettavo, non vedevo l'ora d'abbracciarlo, di stringerlo a me e baciarlo, com'era dolce, quando l'ho visto mi è parso ancora più bello, il mio "Ducittu"... io lo chiamo così, e lui sai come mi chiama?'Dolce sicula'. Lo potevo accarezzare, toccare, era una sensazione bellissima Gioia! Era riuscito a venire da me, nonostante la gelosia della moglie lui aveva cercato un sotterfugio per raggiungermi ed era con me! Mi offrì delle bellissime rose, bianche, rosa tenue, gialle dai toni sfumati, lui sà che non amo le rose rosse e aveva scelto per me le belle fra le più belle rose che avessi mai visto... o forse mi sembravano tali, tanta era la mia felicità. Indossava un abito in fresco lino chiaro, camicia appena sbottonata sul petto, alto ma non troppo, viso abbronzato, sorriso da bambino, occhi scuri belli e dolci, sguardo romantico sul quale si può leggere la sua malinconia, quella che io sola sò leggere. Io glielo dico sempre, nei tuoi occhi c'è tutta la tua vita . Andammo nella mia casa a mare, non era ancora alta stagione e quindi potevamo stare tranquilli, volevamo goderci quel pò che ci era stato concesso senza esser disturbati. Durante il tragitto che ci portava nella ridente cittadina del litorale messinese, Santa Teresa di Riva, appena dopo Taormina, Giosuè mi raccontava di come avesse escogitato il tutto per stare un pò insieme, scherzavamo, lui ogni tanto mi prendeva la mano e la baciava e io gli dicevo "Stai fermo, ti distrai! Se continui cosi' non arriveremo a destinazione!" e scoppiavamo in una fragorosa risata. Il vestito che indossavo era un bell'abito color verde mare, faceva spiccare la mia abbronzatura e mi donava molto, a Giosuè piacquè tanto, e alle volte lo vedevo sbirciare anche nella mia generosa scollatura! L'appartamentino si affaccia sul mare, dal balcone si può ammirare la battigia e, nelle giornate quando non c'è la foschia, la punta della Calabria. Il mare quando è calmo è come un velo azzurro, appena smosso da aliti di vento, dove piccole barche si poggiano sopra come a dondolarsi. Ammiravamo le bellezze della natura, poco lontano si vedeva il Castello di S.Alessio con la sua scogliera a strapiombo sul mare ricca di anfratti, meta di pescatori subacquei, dove le onde si infrangono e sembrano accarezzarla risaltando la sua bellezza naturale. Guardavamo estasiati, io gli facevo da Cicerone quando Giosuè mi strinse forte a sè, quasi a farmi mancare il respiro, e mi disse "si è bello tutto questo, ma tu sei ancora più bella, Anna". Mi baciò sulle labbra, com'era bello sentirle sulle mie, le sue mani mi accarezzavano voluttuosamente, mi baciava sulle labbra, sul collo, sul seno ed io ne godevo i momenti. Lasciò scorrere fra le sue dita le cerniera del mio vestito, il quale si aprì sulla schiena, girò alle mie spalle e mi iniziò a baciare con dolcezza, sentivo le sue labbra scivolare sulla mia schiena come gocce d'acqua, brividi intensi mi pervadevano tutta, le sentivo umide e calde allo stesso tempo, fece scivolare il mio vestito per terra ai miei piedi... era di fronte a me, il mio Giosuè. Lo spogliai dei suoi abiti, sbottonavo piano piano la sua camicia e le mie labbra lo baciavano sul petto, lui con le sue mani sui miei fianchi gemeva di piacere, inclinava il capo indietro e sussurrava il mio nome, godevamo di quei momenti di passione, volevamo viverli intensamente, sapevamo entrambi che forse non avremmo più potuto riviverli". Annamaria si alzò dal letto, fece alcuni passi, portò le sue braccia al petto incrociandole come se stesse abbracciando il suo Giosuè, con gli occhi socchiusi fece un giro su sè stessa, il suo corpo era lì con me ma il suo pensiero era tutto con lui, riviveva quei momenti come fosse presente. E continuava, non si fermava nel raccontarmi, non osavo interromperla, erano lei e il suo amore, non esisteva nessun altro in quei minuti. "Giosuè mi spogliò della mia lingerie, mi prese in braccio e mi poggiò sul letto con dolcezza, si sdraiò su di me, io lo sentivo, si! Sentivo il calore del suo corpo su di me, le sue labbra, lo sentivo dentro di me... Siii lo sentivo, era mio, era lì con me, lo accarezzavo, le mie mani potevano percepire un leggero velo di sudore, sentivo il profumo della sua pelle, godevo da impazzire ad ogni suo... vibrare intensamente dentro di me. I nostri corpi ancora avvinghiati girarono su sè stessi ed io mi ritrovai su di lui, Giosuè stava così, sotto di me, con le braccia aperte, e gridava il mio nome "Anna Anna, ti adoro, sei mia, è bellissimo, ancora Gioia mia" ed io incalzavo il ritmo dell'amplesso, le mie mani sul suo petto, non mi fermavo volevo godere tutto di lui dentro di me... poi le sue mani mi cinsero i fianchi e mi iniziò a spingere sempre più, sollevava il capo e mordeva delicatamente i miei capezzoli, raccoglieva i miei seni fra le sue mani... Dio come mi manca!"... Annamaria portò le sue mani sul viso e si abbandonò ad un pianto liberatorio, o solo di dolore, o forse erano entrambi, le lacrime le scendevano giù sul viso, sembrava una bambina che avesse perso la sua bambola preferita e ne soffriva, ma non era questo per lei, no, il suo pianto racchiudeva tutta la sua tristezza e l'amarezza che covava dentro di lei. Mi alzai dal letto, l'abbracciai, lei si strinse a me, voleva esser confortata, si sentiva vuota, cominciavo a capire che anche quest'uomo l' aveva fatta soffrire.....

martedì 20 ottobre 2009

Un dolce amore... di chat - Parte seconda

Lei era lì seduta sulla poltroncina rosa, sembrava una bambina che raccontava una favola, era immersa nel suo dire ed io l'osservavo, ogni tanto accavallava le gambe e passava la sua mano sulla coscia come ad accarezzarla, non incrociava il mio sguardo come avesse paura di dissensi o chissà cosa. Era solo lei e il suo raccontarmi, così, tutto di un fiato. Nei suoi occhi si poteva leggere malinconia, essi riuscivano a brillare solo un pò quando pronunciava il nome di colui che aveva invaso i suoi pensieri, Giosuè. Aveva chiamato cosi' anche il suo gattino, un bellissimo esemplare di gatto rosso striato bianco che lei coccolava amorevolmente, forse anche troppo! E parlava, parlava di lui, di come l'avesse affascinata, lui che le mandava canzoni d'amore, che non faceva altro che dirle che l'amava, che era pazzo di lei... ma lei mi confidava la sua riluttanza, mi diceva che c' era un qualcosa in lui che non la faceva stare serena, forse perchè c' era chi, in chat, la metteva sempre in guardia verso di lui... e Annamaria stava guardinga. "Attenta, è sposato, è un bugiardo, non ti dice la verità, guarda che la notte entra con un altro nick e si diverte con altre". Questo le diceva la sua amica in chat, ma lei non voleva crederle, pensava "forse si sbaglia con un altro, ci son tanti nick in una chat, no non è lui, si sbaglia sicuramente". La conoscenza virtuale fatta solo da frasi scritte su di un rullo magnetico ben presto si trasformò in un incontro a distanza in webcam: si guardavano, si parlavano, il loro era divenuto un rapporto di conoscenza oltre il virtuale. Si davano ormai appuntamenti giornalieri e serali in cui trascorrevano piacevoli ore insieme: la distanza li separava, ma era come se si vedessero e sentissero ogni giorno. Parlavano, scherzavano, litigavano... Giosuè era molto geloso di un suo amico in chat e non perdeva occasione di farle notare che Annamaria spesso scherzava in un modo che a lui non piaceva, così gli diceva chiaramente che quell'amico suo non le sembrava proprio che scherzasse solo con lei, anzi... insomma, non lo sopportava! Ma dal suo dire Giosuè era insofferente con tutti gli amici suoi, si sentiva come spiato e non lo sopportava, ma lui non si perdeva d'animo per stare un pò con lei, cambiava anche il pc, nick compreso, per non farsi riconoscere o identificare l'Ip, un sistema di osservazione della regione di provenienza di una connessione con cui gli utenti registrati di una chat sono spesso identificabili. Passavano i giorni, i mesi, e il loro rapporto sebbene molto contrastato da gelosie e incomprensioni andava avanti. Eleonora e non solo non mancavano di metterla sempre in guardia, il sospetto in Annamaria si faceva sempre più concreto, avevano notato anche lei che Giosuè spesso solea scherzare con una signora della chat che abitava non molto distante da lui, e questi particolari cominciavano come un puzzle a prendere forma, si compattavano fra loro e avvaloravano le chiacchere di chat. Ma lui era tanto bravo a dissipare i suoi dubbi, le sue incertezze, tanto che le promise che presto sarebbe andato a trovarla per passare un week-end con lei; fremeva, voleva stare insieme a lei, voleva incontrarla, non le bastava più una cam o una semplice telefonata. Annamaria distese le braccia lungo i braccioli della poltroncina, appoggiò la testa sullo schienale della stessa e socchiuse gli occhi prendendo un gran respiro, le sue dita stringevano la stoffa dei braccioli nervosamente, la sua inquietudine le si poteva leggere in quei semplici gesti; lei a cui la vita non aveva certo sorriso tanto, fra gelosie incomprensioni e violenze sia fisiche che psicologiche, si era trovata forse ancora una volta a soffrire per un uomo... ma non volevo anticipare i miei pensieri, volevo ricredermi stavolta!

lunedì 12 ottobre 2009

Un dolce amore... di chat - Prima parte

Rieccomi, ho avuto molti impegni ed ho trascurato il mio blog, prometto che cercherò di non farlo più. Sono quì con il mio pc, avrei tante cose da raccontarvi, anche grosse novità nella mia vita, pian piano mi riprometto di trascriverle. Ascolto una bellissima canzone, "How to save a life", e poco fa leggevo su internet un articolo curioso ma interessante riguardante il mondo delle chat e di amori virtuali e non... anche l'amore si adegua coi tempi, s'affaccia sul mondo della tecnologia, si formano coppie, nascono relazioni e delle volte si sposano anche, e il tutto inizia da due nick che s' incontrano su di un rullo magnetico... come cambiano i tempi! Ma se è amore va bene anche così, amore nato in una chat, bello no? Sapete un'esperienza così l' ha vissuta una mia cara amica, Annamaria, m'assomiglia molto caratterialmente, è un pò più grande d'età è inserita nel mio stesso contesto lavorativo anche se in due campi diversi, alta, castana sia di capelli che di occhi, ci accomunano lo stesso amore per la musica classica e quello per i gatti, infatti ne ha due anche lei. Annamaria è stata sfortunata nella sua vita di coppia, il suo compagno era un uomo violento e spesso me la vedevo arrivare piangendo, non le chiedevo nulla perchè già capivo tutto, mi limitavo solo a starle vicina così come si fa ad un amica che soffre, ci confidiamo tutto nei minimi particolari. Un giorno venne a casa mia, era un pò giù e non era da lei, è così solare, allegra, ha sempre la battuta pronta per dare un sorriso; lei è così, ha imparato ad esserlo nonostante la vita non sia stata magnanima con lei. Mi meravigliava il suo modo di stare così silenziosa, pensierosa, capivo che voleva dirmi qualcosa e non riusciva, la spronavo a farlo e lei girava il discorso, ma capivo che doveva esser qualcosa d'importante... o meglio qualcosa che le faceva male dentro anche solo a raccontarmelo. La incoraggiavo dicendole "sù Annamaria, racconta, che la fai lunga oggi!"... tanto sapevo che stava per "vuotare il sacco", che era venuta per questo. Iniziò così, come stesse raccontandomi una fiaba, si accomodò sulla mia poltrona( anzi sulla poltrona della mia cara gattina Miss) e iniziò:"sai che io frequento una chat vero?'"... e si che lo sapevo! Nulla di male, può anche far rilassare, io mi misi sdraiata di fianco sul mio letto di fronte a lei, mano appoggiata sulla guancia e annuì con il capo. Capivo che stava per confidarmi qualcosa a lei molto caro, e posi tutta la mia attenzione... Inizio il racconto: "Una mattina ero in chat con amiche, quando a un certo punto entrò un nick originale, dolce maschio carino; m' incuriosiva, e cominciai a stuzzicarlo, lui rispondeva educatamente, la mia amica Eleonora mi contattava in privato e mi diceva "dai sfottiamolo un pò,divertiamoci Annamaria, prendilo in giro, affascinalo, fallo innamorare " e ridevamo su questi progetti ma nati solo così tanto per scherzare, poi avrei posto fine al tutto se la cosa si fosse fatta seria. La mia amica Eleonora si premurò in seguito a informarmi che il bel " dolce maschio carino" era sposato e con tre figli, benestante e anche un bell'uomo, lei diceva di conoscerlo dato che erano della stessa regione e che la divertiva che lo schernissimo... e così facevamo, quando entrava in chat io mi divertivo con lui, lo incoraggiavo a corteggiarmi, pensavo in testa mia .... "poi vedi come ti mando di brutto caro mio!" Passavano i giorni e il legame con lui era fatto di parole appassionate sempre più convincenti, da parte sua si stava davvero innamorando ma io sapevo di lui e la situazione non mi andava più a genio, il fatto che fosse sposato e con figli, anche se non mi diceva nulla, non mi portava ad interessarmi di lui e il gioco non mi piaceva più, spesso gli dicevo "non devi amarmi, devi odiarmi, così ti allontani da me"... gliene facevo di tutti i colori, in chat la sera lo facevo ingelosire scherzando con un amico, lo piantavo in asso sia in chat che in msn, ma lui non demordeva anzi sembrava accanirsi di più, mi cercava, mi rivelava il suo amore ed io sempre riluttante lo respingevo". Ascoltavo Annamaria, sembrava un fiume in piena, spesso portava il pollice sulle labbra nervosamente, ne mordicchiava l'unghia, era intenta a raccontare e delle volte appogiava il capo sullo schienale della poltrona socchiudendo gli occhi, come a prender fiato per continuare a raccontarmi quello che capivo fosse non più un banale scherzo di chat ma era avvenuta la fusione di due mondi, quello virtuale con la vita reale, quei due mondi paralleli che un semplice pc congiunge. Annamaria ogni tanto passava le sue mani fra i capelli nervosamente, era troppo presa dal suo raccontarmi ,mi diceva che in seguito avevano preso l'abitudine di passare, la sera specialmente, lunghe ore su msn dove lui parlava di sè della sua infanzia della sua vita... mai confessandole che fosse sposato. Lei pian piano cominciava ad esser attratta da quest'uomo dall'infanzia infelice che si era fatto tutto da solo ed era riuscito a conquistarsi un posto nella società che conta. Capiva attraverso i suoi scritti che era un uomo con una gran voglia d'amare e di esser amato che aveva dato tanto a tutti solo per farsi apprezzare ma che poco gli era stato ricambiato. La sua ferma decisione di non andare avanti nel rapporto con lui cominciava a vacillare.....

martedì 29 settembre 2009

Vorrei...

Vorrei esser il primo raggio di sole per baciare il tuo viso

Vorrei poter esser con te la notte per farti conoscere il paradiso

Vorrei esser l'acqua che scivola sulla tua pelle per sentire il tuo corpo fremere fra le mie mani

Vorrei esser per te la serenità del tuo domani

Vorrei esser un alito di vento per carezzarti e darti un bacio sulle labbra per svegliarti

Vorrei esser la tua gioia nei giorni cupi per regalarti un sorriso
e illuminare il tuo dolce viso

Vorrei esser mille cose per te
ma solo una per me....
stare accanto a te

Gioia

sabato 19 settembre 2009

L'amore è vita

Sono nella mia camera ,sul mio letto sdraiata ,su fresche e candide lenzuola e con il mio pc.Indosso un vestitino leggero con una fantasia di fiori dai bei colori tenui,fuori non è una bella serata anzi minaccia pioggia ma fa ancora caldo.Sono messa a "pancia in giù",i capelli trattenuti da un grosso fermaglio stentano a rimanere in ordine e qualche ciocca scivola sul mio viso,adesso mi sto guardano il seno che al solito fa bella mostra dalla scollatura,ma stasera se ne sta timidamente nascosto,giocherello con le gambe, ho i miei gattini vicino a me ,Miss è sulla mia, anzi ormai la sua poltrona e sonnecchia , l'altro gatto Andrèè,anche chiamato da me ,gatto papero, un bellissimo cucciolo di gatto rosso striato bianco,gioca con il bordo del mio vestito che ad ogni movimento delle mie gambe si muove ed ha lui sembra un gioco.Ogni tanto mi passeggia sulla schiena,ha un passo così delicato felpato,si avvicina con il suo musetto al mio viso,mi guarda come per vedere cosa stia facendo e poi ritorna sui suoi passi.Sapeste quanto è coccolone,mi scambia per la sua mamma .Ama dormire sul mio fianco mentre gli tocco la zampina e dormiamo così delle volte io che gli tocco la zampina e lui che mi fa le fusa.Mi fanno compagnia,con loro ci parlo anche, sembra che mi capiscano per come mi rispondono miagolando guardandomi in viso.Io li adoro questi gattini.Stavo rileggendo alcuni post del mio blog,quanta verità ho trascritto in quelle pagine!Quest'uomo che ho amato da morire,m'ha lasciata tanta amarezza e dolore dentro e certe sue parole risuonano spesso nella mia testa" o mia o di nessuno nemmeno dopo morto ricordalo!"sembra come una maledizione,ho provato ad innamorarmi per cercare di colmare quel vuoto interiore che è dentro di me ,ma sempre con risultato negativo.S'innamorano di me,ma io ho paura di farlo per non soffrire ancora ,e quando anche non volendo è successo,ecco che quella frase si avverà.Avviene sempre un qualcosa o qualcuno che ci fa allontanare,ed io ricomincio a stare male,a soffrire come una bestia ferita.Forse sbaglio io ad essere restia nel rapporto a non lasciarmi andare completamente ,come vorrebbero o ho solo paura d' amare e così svanisce tutto.Ma è anche vero che delle volte la parola amore si pronuncia troppo facilmente,senza darne il giusto significato e finisci per crederci e poi ti accorgi che è stato solo un gioco crudele,che chi ti ha detto "ti amo"è solo uno come quei tanti che dicendolo ti illudono che sia amore vero.L'amore è vero che è vita ma se poi svanisce ti toglie un pò di vita!

martedì 8 settembre 2009

Gioia e l'insofferenza

Sembrava fosse già tutto scritto e definito il mio futuro con Giuseppe, come la trama di un film di cui spesso si sa già il finale "e vissero felici e contenti"... nel film! Ma la realtà cominciava a farmi vedere un altro finale della relazione, iniziavano a starmi "strette "tante cose, no che non l'amassi più, ma forse crescere e confrontarmi un pò con delle mie coetanee mi apriva gli occhi su un altro modo di vedere il nostro rapporto. Sempre più di frequente ero insofferente alle sue costrizioni, non c'era nulla di male se delle amiche mi invitavano ad uscire per fare shopping o se mi attardavo a chiaccherare con i colleghi nell'atrio della mia facoltà, o se scambiavo con alcuni di loro il numero del cellulare... quest'ultima, poi, una tragedia! Mi richiamava subito e se io mi ribellavo con flebili proteste, Giuseppe mi faceva lezioni di "saper vivere": "non vedi come vanno vestite le tue amiche? Lo sai il detto, se ti unisci a loro ti considereranno poi tale". Continuava "Non sta bene che ti soffermi a chiaccherare con dei colleghi fuori dall'aula, sanno tutti chi sei, vuoi che poi ridano di me?Il cellulare! Ma scherzi, è una cosa molto personale non devi dare il tuo numero a nessuno". Insomma, oltre che dare lezioni della sua materia ai suoi studenti a me impartiva lezioni di vita, di vita da reclusa! Ho concluso questa frase quasi con rabbia, perchè i miei pensieri tornano indietro e alcuni non li vivo bene, lui avvertiva la mia insofferenza che sempre più a fatica riusciva a soffocare. Alle volte mi sentivo come un cavallo rinchiuso in un recinto, animale che amo perchè mi dà l'idea di libertà, mi sentivo come uno di loro, tenuto però a briglie strette da lui,ma ad ogni suo strappo mordevo il morso e alzavo il capo fiera, come per volergli far capire che non volevo abbassare più la testa, e non curante dei colpi di sperone per indurmi a sottostare, io reagivo invece inarcando la schiena cercando di disarcionarlo per correre libera e sola nelle praterie. Forse tutto ciò traspariva nel mio sguardo, nelle mie reazioni alle sue "paternali"... poi m'abbracciava stretto a sè e mi diceva "ma come scalpita la mia sicula ribelle"... ed io mi scioglievo come neve al sole! Ecco bastava mi stringesse fra le sue braccia, o sentire le sue labbra sulle mie, su di me, sentirmi accarezzare dalle sue mani che scivolavano sul mio corpo come il tocco di una piuma che mi procurava brividi di piacere immenso ed io m'abbandonavo a lui... come sempre.

martedì 1 settembre 2009

Gioia e l'amore - Quinta parte

Passavano gli anni, il tempo scorreva inesorabilmente e Giuseppe era sempre accanto a me. Lui gestiva la mia vita in tutto e per tutto. Penserete che non m'importasse, che mi lasciavo trascinare come acque di un ruscello: in effetti ero talmente in simbiosi che non me ne accorgevo. Giuseppe mi comprava anche i vestiti a suo gusto, come se vestisse la sua bambola! Mi teneva lontano dalle mie amicizie, non erano adatte a me diceva, mi lasciò scegliere solo la facoltà che più mi piaceva e che secondo lui era adatta a me, ma solo perchè era quasi al suo livello intellettuale, figuratevi se avessi scelto una facoltà di mediocre interesse culturale! Oggi sapete penso a quei periodi, mi sembrava di essere una farfalla nella sua crisalide, ovvero c'è, esiste, ma è chiusa dentro una prigione e aspetta solo di liberarsi dell'involucro e di "volare" da sola per poter godere delle meraviglie della natura. Mi bastava poco per essere felice, le sue carezze, i suoi baci, stare fra le sue braccia mi faceva toccare "il cielo con un dito", non m'importava altro... e non m'accorgevo che teneva stretta nelle sua mano la mia crisalide! La sua presenza a casa mia ormai era normale, anche il cibo sceglieva per me; io amo il pesce, è uno dei miei piatti preferiti... e lui sapete cosa faceva? Prima di andare a lezione all'università andava alla pescheria di buon mattino e mi comprava il pesce, diceva che "solo al mattino si trova il migliore", lo portava a mamma e la consigliva anche su come cucinarmelo... "qui c'è il pesce pa picciridda mia", così solea dire come a volermi nutrire del suo amore anche materialmente. Mamma sbuffava quando Giuseppe, come anzidetto, le consigliava il modo di prepararmelo, e lei che non bada tanto a certi crismi spesso lo minacciava che glielo avrebbe tirato addosso se non l'avesse fatta fare a modo suo. Mamma gli ricordava che ero figlia sua, e che sapeva bene cosa mi piaceva o meno, con quel sorriso ironico che accompagnava le sue parole e ch dietro nascondeva tanta insofferenza! Poi se avevo una lezione andavamo insieme all'università, ma prima si accertava che avessi un abbigliamento "idoneo"ad uscire... guai a vestirmi a modo mio, se indossavo un panta-collant con sopra un golf molto lungo o jeans e golfini un pò aderenti, il suo commento era sempre lo stesso:"ti sei vestita da stronzetta, lo sai che non mi piace!"... Così, mestamente non replicavo,mi cambiavo, lui mi sceglieva ciò che dovevo indossare e mi stringeva a se baciandomi... "questa è adesso la mia bambolina!".Passiva, cieca, sorda?No! Solo innamorata, al punto da vivere in funzione sua e solo per lui, solo per farlo felice così com'ero io accanto a lui! Sapete mentre scrivo e mi racconto, anche se può sembrarvi strano, mi viene un nodo alla gola, perchè Giuseppe mi amava davvero, di quell'amore folle, ossessivo... ma era davvero amore a modo suo. Amore, con la A maiuscola, perchè spesso è facile dire "Ti amo", per alcuni è solo un modo di dire o addirittura altri lo dicono per ingannare, perchè non sanno cos'è l'amore e non l'hanno mai vissuto, e credono che pronunciare questa parola sia normale in certi momenti... non sanno che fanno peccato offendendo sia il sentimento sia la persona a cui la rivolgi, e rimangono solo persone vuote dentro che l'amore non sanno nemmeno come si scrive!!